La tredicesima, cioè la mensilità aggiuntiva che si percepisce in occasione del Natale, rappresenta senza dubbio un introito molto importante, sia per i pensionati (che la possono ritirare, assieme alla pensione, dal 1° dicembre se l’assegno arriva alle Poste, dal 3 dicembre se arriva in banca), che per i lavoratori dipendenti (ad eccezione di coloro che ricevono il rateo di tredicesima tutti i mesi).
Una vera e propria “boccata d’ossigeno”, che aiuta le famiglie non solo a sostenere le spese natalizie, ma anche a far fronte alle tasse che si devono pagare nel mese di dicembre.
Il Rei è un sussidio, a favore dei nuclei familiari più poveri, che va da 187 a 540 euro mensili, a seconda dei componenti del nucleo familiare e del reddito posseduto. La sua durata massima è pari a 18 mesi, e per ottenerlo è necessario aderire a un progetto personalizzato: in pratica, i componenti del nucleo familiare si devono impegnare attivamente per formarsi, riqualificarsi e trovare un lavoro, e per mettersi in condizioni di lavorare, se ci sono problemi di salute, secondo il progetto appositamente predisposto per loro, pena la revoca del beneficio.
Per chi percepisce il Rei, purtroppo, non è previsto il diritto alla tredicesima o ad ulteriori mensilità aggiuntive, come la quattordicesima. Questo, a prescindere dal fatto che spetti l’integrazione al reddito in misura piena o parziale.
Chi percepisce il reddito d’inclusione, quindi, nella mensilità di dicembre riceve l’ordinario importo spettante, senza alcuna maggiorazione.